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31 marzo 2013

Pasqua 2013

Zambo e Cris ci sono cascati di nuovo: anche stavolta hanno invitato a cena le famiglie, per Pasqua. Che poi le famiglie presenti fossero una sola (in particolare quella di Z - fratellone incluso, non ce ne vogliano i Lippi) e che la cena si sia, anche stavolta, tenuta a pranzo, son dettagli di minor conto.

Poiché Pasqua è Pasqua, e mica Natale, il menu riservato agli ospiti, questa volta, era assai più primaverile delle occasioni precedenti. Nonché decisamente più primaverile del tempo atmosferico, che quello mica era in menu.

Ad accogliere i parenti al desco, un simpatico esemplare di Apollo il Pollo (non edibile), opportunamente realizzato per l'occasione.



Sulla tavola imbandita, anche il pane era di produzione propria:

barilini, filoncini al curry, pagnottelle alle arachidi e bocconcini carote e sesamo


Due soli antipasti hanno aperto la scena, sempre perché è primavera (anche se non sembra) e la prova costume si avvicina. Serviti con una Falanghina del Sannio:

taralli sugna e pepe

crostoni con patè di fegatini


Si è poi presentato il turno dei primi, che infiniti addussero gaudi ai nostri (e compagnia):
 gnocchi ripieni
(con speck da una parte, e provolone piccante dall'altra)

tagliatelle verdi con zucchine
(tirate a mano, ché qui non si bara)


Entre-acte di gran classe, con una depurativa insalatina:

caprese ricchissima servita con muffin alle zucchine, e due spicchi di uovo benedetto


Cambio di registro, cambio di piatti, cambio di vini. I secondi erano accompagnati da un Chianti Superiore del 2009:

costolette di agnello al limone con polenta ai pistacchi

roast beef profumato ai porcini

insalata calda di spinaci e cannellini


E poi, sui dolci ci si è dati da fare, e poi non poco. Sulla briosa onda di un Brachetto d'Acqui:

la vera pastiera napoletana
(opera di mammà, che è napoletana per metà)

e sua maestosa maestà, regina della tavola Pasquale

la colomba!
(dopo appena 22 ore di lievitazione, lasciamo a Zambo e Cris il moto d'orgoglio che meritano)

A degna conclusione della libagione, caffè, chiacchiere ed altro caffé. I liquori non li ha voluti nessuno.

30 dicembre 2012

Natale 2012 (alla faccia dei Maya)

Zambo e Cris hanno invitato a cena le famiglie per Natale. Tale cena si è poi tenuta a pranzo, ma non ditelo a nessuno.

Poiché Natale è Natale, e mica Pasqua, Zambo e Cris hanno pensato un menu bello ricco e festivo, come si conviene per un'occasione così natalizia.

Tanto per cominciare, ciascheduno dei commensali s'è accomodato al posto assegnato, con tanto di iniziale sul biscotto di pan di zenzero.


Con un buon Prosecco di Valdobbiadene Superiore a tener bordone, son scesi sulla scena i ricchi antipasti:

befanette fuori stagione
(che son poi streghe, ma tagliate a forme natalizie)

panzerotti fuori moda
(così, per dire...)

pagnottine fuori luogo
(direttamente dal Brazil, i pão de quejo)

bocconcini fuori stagione
(tartellette con panna cotta al tonno e gelée di pomodoro, decisamente estive ma buone)


Poiché si era tutti bolognesi, i primi piatti avevano un vincolo, e che vincolo: un signor vincolo! Ma poi si è anche lasciato spazio all'inventiva. E al Bordeaux, che di bolognese non ha molto, ma fa la sua figura ugualmente.

ombelichi di Venere
(i tortellini - della mamma - in brodo

e, sebbene Zambo non condivida, alla panna)

ali di Cerere
(leggasi farfalle in salsa di pomodori e noci)


Sempre con un buon sottofondo di Bordeaux, i secondi han visto la luce. Un po' meno tradizionali, ma assai apprezzati, son scesi in lizza:

il secondo giallo
(che era coniglio alla senape)

il secondo rosso
(cioè le scaloppine alla melograna)

il secondo senza colore
(dacché s'è fatto il brodo, il lesso vien da sé)


Per mandar giù il boccone, cotanta ciccia si è presentata accompagnata di degno contorno:

 misto dell'orto caldo
(ovvero piselli saltati con cipolla e pancetta)

misto dell'orto freddo
(composto di insalata scarola e radicchio rosso, con mele e pere e uvetta, più il camembert, e un panino di pizza a chiudere,

ma qualora uno solo non fosse bastato ci sarebbero stati i rinforzi)


A degna conclusione, poiché Natale è Natale, e mica Pasqua, quando salta il tappo del Pignoletto spumante, non possono mancare fior fiore di dolci, tutti rigorosamente fatti in casa:

è un duro lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare...
(sua magnifica magnificenza della tradizione natalizia,

il panettone fatto a mano: Zambo e Cris ne vanno molto orgogliosi)

è un lavoro duro, ma lo deve pur fare qualcun altro...
(sua eccellente eccellenza della tradizione natalizia bolognese, il certosino della mamma)

non è un lavoro duro, è un lavoro speziato...
(araldi del gusto, i biscotti di pan di zenzero)


A degna conclusione del banchetto, caffé e liquori, per lo più fatti in casa.

12 dicembre 2012

Tondi sapori di tutti i colori

Zambo e Cris hanno invitato a cena Rag e la Claudia, e la Susanna. Lippi, consorte e prozia si sono invitati da sé, ma Zambo e la Cris non li hanno cacciati via...

Accade, di tanto in tanto, che Zambo e Cris cucinino dietro ordinazione: questa volta, la rischiesta è stata quantomeno singolare. È stato infatti richiesto un menu a tema. Senza specificare il tema, a quello hanno dovuto pensare i nostri.

Ordunque: tema. Tondi sapori di tutti i colori (ovvero: si dia forma - circolare - alle pietanze!)

Svolgimento.

Come d'usanza, le danze si aprono quando si aprono le bottiglie. Un Prosecco di Valdobbiadene ha sostenuto gli antipasti:

cerchi magici ai gusti morbidi
(leggasi: streghe - tonde - con


paté di tonno,


paté di olive nere)

pescepalla nel guscio
(cioè uova sode con paté di tonno)


boccioli di pane
(le michette, fatte rigorosamente in casa)


L'argomentazione seria della serata, senza tanti giri di parole, ha preso possesso della scena, degna spalla un Teroldego Rotaliano:

sfornato di rotelle
(meglio noti come gnocchetti di semolino)


cicciabombe rosse
(aka polpette al sugo di cognac)


patatine alla James Tont
(semplicemente al forno: ma a chiocciola. cuochi di m...)


Per concludere, i dolci dal mondo (che è tondo), seguiti da un buon Ferrari rosè:


Ryōiki no kēki
(dal giapponese secondo Google "sfera di torta", i cake pops bianchi e rossi)

colori d'oltralpe

frittelle dello zio (d'America)
(altro non sono che pancake alle mele,

opportunamente farciti con panna e ganache al cioccolato)


A degna conclusione della serata, caffé e liquori, per lo più fatti in casa.

21 ottobre 2012

Minestrata

Zambo e Cris hanno invitato a cena un po' di amici. Poi, visto che gli amici che hanno risposto all'invito sono stati un po' più numerosi della capienza massima del salotto, hanno deciso di cucinare in trasferta. Col valido supporto d'un terzo cuoco di rango, hanno traportato ingredienti ed utensili in un comodo, benché fuori mano, casolare sui colli, proprietà di una delle commensali. Lì, in appena un intero pomeriggio, hanno prodotto una sontuosa cena di soli primi piatti, per sedici.

Il ricco menu, in realtà, è cominciato fuori dal menu: per i soli cuochi ed ospiti, è stato servito un aperitivo a base di Müller Thurgau e pecorino romano, ma non ditelo agli altri undici commensali...


Un paio d'ore più tardi, la tavolata per sedici era imbandita, con la tovaglia di fiandara e le porcellane del servizio buono, sotto la supervisione estetica della padrona di casa.


S'è poi dato il via ufficiale alle danze, secondo la scaletta.


 Ecco dunque che sulla mensa si son presentati, a buffet:

salatini al prosciutto

sedano con vinaigrette o formaggio cremoso

grana padano con crema all'aceto balsamico

ciccioli montanari (che "di Pianura" non hanno un granché)

salsiccia passita

e le più classiche delle olive snocciolate.

Finalmente è stata la volta del piatto forte, o per meglio dire dei piatti forti. Han fatto trionfale ingresso, accompagnati da Teroldego Rotaliano e Rosso di Montalcino, nell'ordine:

bucatini alla pancetta sbagliata
(ovvero bucatini alla carbonara di zucchine)

risotto alla Springfield
(meglio noto come risotto allo zafferano e salsiccia)

rigatoni "io speriamo che me la cavo"
(cioè rigatoni alla gricia - al cospetto di una romana de Roma d.o.c.)

pazzatelli puzzoni
(al secolo, passatelli asciutti con gorgonzola e noci)

pasticcio finale
(in realtà, gramigna pasticciata con ragù e besciamella, gratinata in forno).

Solo i più prodi sono riusciti ad arrivare incolumi al gran finale, ma poi coi dolci (portati da case altrui, per gentile concessione dei commensali) s'è scatenato l'inferno:

cioccolatini, fondenti o alla nocciola, fatti in casa
panna cotta, in seguito con caramello

 sua maestà il mascarpone

tenerina

sughi d'uva.

A degna conclusione della serata, caffé e liquori, per lo più fatti in casa.